Come in natura solo con il cambiamento i processi evolutivi possono compiersi, anche in economia le organizzazioni, per sopravvivere ed evolvere, devono mutare. E non c’è dubbio che, oggi, l’evoluzione debba passare attraverso un’oculata selezione del giusto mix di valori, dati e capitali, vale a dire delle fonti di un successo che, per essere tale, deve necessariamente essere “sostenibile”.
Nella consapevolezza che ogni viaggio verso la sostenibilità è diverso e diversamente complesso in funzione dell’impresa a cui si riferisce, mi sono domandata a quale approccio di leadership far riferimento per affrontarlo al meglio. Mi è sembrato allora naturale rispolverare il Fair Process Leadership (FPL) sviluppato nel 2015 dal professor Ludo Van der Heyden – che ho avuto peraltro l’onore di conoscere e apprezzare durante il mio percorso di studi sulla Corporate Governance all’INSEAD – modello che ho trovato non solo più attuale che mai ma, soprattutto, perfettamente calzante negli scenari in cui ci si accinga a intraprendere un mutamento sostanziale come quello indotto dalla sostenibilità.
FPL è basato sulla massima trasparenza nonché sul massimo coinvolgimento di tutti gli stakeholders:
“In simple terms, fair process will exist where the participants in the decision making process understand the process to be followed and the associated rules and modes of engagement, and perceive them to be fair with respect to all participants. Fair process becomes a reality when those expectations are also consistently fulfilled throughout the process.”
Da qui è nata l’idea di C.E.D.R.O., un modo diverso di approcciare il tema della sostenibilità, un vestito su misura, un approccio one-to-one ma che al contempo sia un one size fits all, dunque un modello di leadership che guidi l’azienda al raggiungimento di un successo sostenibile e duraturo.